Il vecchio cimitero di Ceccano (Memoria, Progetto, Comunità)

di Luigi Compagnoni

Un cimitero non è solo un’infrastruttura: è un archivio a cielo aperto della città, un luogo dove storia, urbanistica, arte e memoria collettiva si intrecciano. La ricerca che presentiamo ricostruisce, con rigore documentale e visione progettuale, la vicenda del vecchio cimitero di Ceccano dalle origini ottocentesche fino alla stagione degli ampliamenti degli anni Trenta del novecento, proponendo al tempo stesso un percorso di tutela e di valorizzazione concreta.

Perché questa ricerca

Negli ultimi decenni i cimiteri storici italiani sono tornati al centro dell’attenzione come beni culturali: spazi identitari da conoscere, proteggere e rendere fruibili. Il lavoro si colloca in questa prospettiva e si rivolge a cittadini, amministratori, scuole e studiosi con un duplice obiettivo:

  1. ricostruire la storia insediativa e architettonica del cimitero, evidenziando scelte, idee e protagonisti;
  2. tradurre la conoscenza in azione, con proposte operative per restituire dignità, leggibilità e funzioni pubbliche a un luogo che appartiene a tutti.

L’arco della storia (1868–1937)

La ricerca individua sei fasi storiche ben distinte, concentrandosi sulle prime quattro (1868–1937) e tralasciando, almeno per il momento, gli interventi di ampliamento moderni in parte ancora in corso.

  • 1868–1899 – Nascita del cimitero extraurbano: un impianto a terrazze su quattro ripiani, muri di cinta e poderosi sostegni sul fronte a valle; il sito delle “Croci del Calvario” lega da subito l’area a un immaginario devozionale.
  • 1902–1910 – Il piano lungimirante di Annibale Sprega: fognature per le acque meteoriche, consolidamento dei muri, ossario, nuovo ingresso monumentale, alloggio del custode. Un progetto organico (e anticipatore) che resta sulla carta per difficoltà amministrative e finanziarie.
  • 1922–1924 – La “messa in sicurezza” di Francesco Amedeo Gonzales: ricostruzione dei tratti pericolanti dei muri di sostegno e migliorie interne (scale, muretti), interventi risolutivi per salvaguardare il nucleo antico.
  • 1934–1937 – L’ampliamento razionale di Marino Marini: il viale d’accesso diventa asse scenografico e ordinatore, affiancato da un doppio filare di alberi; una scalinata monumentale conduce a un’esedra; l’insieme è organizzato in insulae inserite in una maglia di viali interni che si intersecano ortogonalmente. In questa stagione matura anche l’attuale volto del portale, con un possibile apporto di Giovanni Jacobucci (bozzetti e sensibilità scultorea), a testimonianza di un dialogo progettuale che arricchisce la fisionomia del complesso.

Un museo a cielo aperto

Epigrafi, simboli, cappelle ed edicole raccontano costumi, linguaggi e stili di più generazioni. Tra le sepolture compaiono figure che collegano Ceccano a vicende nazionali, accrescendo il valore civico del luogo. Il cimitero emerge così come bene pubblico da leggere e da insegnare: un “manuale” di storia locale che merita percorsi interpretativi, didattica e cura.

Tutela: dal riconoscimento alla gestione

La parte storica del cimitero possiede i requisiti per la verifica dell’interesse culturale (VIC) e l’eventuale vincolo da parte della Soprintendenza. L’avvio dell’iter – corredato da documentazione storica e fotografica – costituirebbe un primo, decisivo passo: tutela preventiva, qualità dei progetti, coerenza negli interventi. La protezione giuridica, tuttavia, è un punto di partenza: occorrono una strategia di gestione, risorse e partenariati (Comune, enti, scuole, associazioni).

Tre proposte immediate e sostenibili

La ricerca non si ferma alla diagnosi: traduce la storia in azioni concrete, a impatto visivo e civico.

  1. Riqualificare il viale d’accesso
    Rimozione dell’asfalto e pavimentazione in pietra locale; doppio filare di essenze a crescita controllata; illuminazione con lampioni con un design sobrio che si integrino all’ambiente circostante; segnaletica discreta (anche con QR o altre tecnologie che integrano la realtà aumentata) per un “itinerario delle memorie”. Un intervento leggero che restituisce solennità e leggibilità all’asse principale, coerente con la visione di Sprega e Marini.
  2. Connettere il cimitero al Parco naturalistico adiacente
    Uno‑due varchi pedonali tra il cimitero storico e il parco naturalistico realizzato nel passato dall’amministrazione comunale con fondi europei attraverso il recupero delle ex cave di via Morolense, rigenererebbero entrambi gli spazi: il cimitero si aprirebbe a un percorso di contemplazione nella natura; il parco tornerebbe vivo come “parco della memoria”, con potenziale didattico e sociale.
  3. Restaurare l’emiciclo monumentale come Sacrario dei Caduti
    Restauro conservativo di scalinata ed esedra anni Trenta; apparati memoriali con i nomi dei caduti; accessibilità e illuminazione per cerimonie civili. L’emiciclo ritroverebbe la sua funzione simbolica e diventerebbe tappa culminante dei percorsi di visita.

Un progetto per la città

Questa ricerca propone un patto tra memoria e futuro: conoscere per tutelare, tutelare per rendere fruibile. Il vecchio cimitero può diventare Cimitero Monumentale Comunale: un luogo curato, leggibile, frequentato con rispetto; una risorsa culturale per scuole e famiglie; una scena dignitosa per le ricorrenze civili; un tassello qualificante delle politiche urbane.

Invito alla lettura (e all’azione)

Nel testo completo il lettore troverà cronologie, analisi dei progetti che è stato possibile visionare e consultare nell’archivio storico comunale, profili dei progettisti e indicazioni operative. È un invito a guardare oltre il cancello: a riconoscere nel cimitero un bene comune che ci racconta e ci unisce. Trasformare questa consapevolezza in scelte amministrative, progettuali ed educative è oggi un atto di responsabilità verso chi ci ha preceduti e verso le generazioni che verranno.

Qui il file con la ricerca completa:

Ringraziamenti:

  • Felice Di Mario, ex custode del cimitero comunale;
  • Maurizio Lozzi, Pasqualino Colagiacomo e GianMarco De Angelis, Archivio Storico Comunale di Ceccano;
  • Giulia Aversa, elaborazione grafica per le proposte di valorizzazione;  
  • Andrea Ciotoli, consulenza tecnica perle proposte di valorizzazione;
  • Francesco Maura per le riprese fotografiche.

 Fonti d’archivio e bibliografia

  • Stefano Levati-Fuori le Mura, la genesi dei cimiteri extraurbani nell’Italia napoleonica (1806-1814). Ed. Viella ,2024
  • Archivio Storico del Comune di Ceccano (ASCC), Fondo Lavori Pubblici – Cimitero comunale.
    Lettera di incarico ad Annibale Sprega, 11 marzo 1903; Relazione tecnica di A. Sprega, 27 agosto 1904; Relazione tecnica di A. Sprega, 18 ottobre 1909; Relazione s.d. (ascrivibile al 1910) con pianta e prospetto del nuovo ingresso; Nota commissariale sulla somma urgenza, 13 settembre 1923; Elaborati progettuali e tavole di F. A. Gonzales, 1923‑1924; Verbale di collaudo del Regio Genio Civile di Frosinone sui lavori di consolidamento, 23 febbraio 1924; Progetti di ampliamento e sistemazione del cimitero, Ing. Marino Marini (tavole e planimetrie generali), 1934‑1937; Disegno a matita di ossario con timbro “Studio Arch. Giovanni Jacobucci” (s.d., ca 1937); Planimetria catastale, 1939.
  • U.S.A.A.F. (United States Army Air Force), foto aeree scattate durante la II Guerra mondiale sul territorio di Ceccano nel gennaio 1944.
  • Carlo Cristofanilli-Dizionario enciclopedico Ceccanese-Edito A.C. Ceccano 1992. Voci “Campusantu” e “Calvario”.
  • Sprega Annibale – attività a Roma nei primi del ’900 (per inquadramento biografico e professionale): cfr. E. C. Falqui, Modernizzare la capitale. Roma per parti, 1907‑1916, in Roma moderna e contemporanea.
  • Jacobucci, Giovanni (1895–1970) di GiannandreaJacobucci. Roma: Edizioni Kappa, 1996.
  • Territori, periodico dell’ordine degli Architetti della provincia di Frosinone settembre-dicembre 2009 anno XVI n° 21, dedicato alla figura dell’Arch. Giovanni Jacobucci.
  • D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio.
    In particolare: art. 10 (beni culturali) e art. 12 (verifica dell’interesse culturale).
  • Pietroalviti.com – «Il cimitero racconta» a cura dell’Architetto Vincenzo Angeletti