La democrazia americana non mi è mai piaciuta. L’ho sempre trovata troppo personalistica, eccessiva, legata al potere economico. Le devo però riconoscere questo: anticipa sempre di qualche anno quello che succederà nel resto del pianeta. E’ successo anche stavolta con le elezioni di medio termine. La Camera dei Rappresentanti, che si rinnovava interamente, è passata dai Repubblicani ai Democratici. Fin qui tutto apparentemente normale, perché poche volte nella storia il partito del presidente in carica ha vinto le elezioni di metà mandato. Stavolta è stato diverso perché una parte del Partito Democratico ha scelto di cambiare strategia, puntando su una nuova generazione di politici e aprendosi alla società americana del 2018. Sono entrate, per la prima volta nella storia, oltre 100 donne in parlamento, molte provenienti da diverse estrazioni sociali. Tra queste, il caso simbolo è Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata della storia, nata il 13 ottobre 1989 nel Bronx, quartiere popolare di New York, e senza una particolare storia politica alle spalle.
Alexandria, laurea in economia e relazioni internazionali alla Boston University, ha iniziato la militanza politica appena due anni fa, lavorando al comitato per le primarie democratiche di Bernie Sanders. Quel comitato, dopo la sconfitta del senatore del Vermont, venne trasformato nella sezione newyorkese del Brand New Congress, una sorta di corrente di sinistra del Partito Democratico. A quel punto, in vista delle primarie democratiche per la scelta del candidato al Congresso del 14° distretto di New York, feudo da 19 anni del potente Joe Crowley (numero 3 del partito), Alexandria venne indicata come sfidante, e nonostante un misero budget riuscì lo scorso giugno a battere Crowley con un sonoro 57%. Le sue idee sono le stesse di Sanders: migliorare la politica sui diritti delle donne, sanità accessibile a tutti, rigorose politiche ambientale, politiche dell’accoglienza, università gratuita per tutti, salario minimo dei lavoratori fissato a 15 dollari l’ora. Dove arriverà questa giovane deputata? Forse da nessuna parte, forse tra i tanti deputati anonimi, forse alla Casa Bianca, nessuno può dirlo al momento. Certo è che migliaia di elettori sono andati alle urne per darle un’opportunità. E qui arriviamo finalmente a casa nostra, ma quella piccola, cittadina, non la casa nazionale, anche se in effetti succedono le stesse cose, quindi è un paragone sostenibile. Da noi succede che una cerchia ristretta di politici storici sostenga di detenere in eterno la verità assoluta, anche quando sono stati già sconfitti più volte alle urne, dal tempo e dalla storia. Sostengono che, per vincere, sia necessario ripartire sempre da loro, i detentori della sapienza, e attendere le loro indicazioni prima di partire per la battaglia. Lo sostengono, ovunque, i big dei partiti, del cosiddetto establishment, che è un po’ lo stesso in ogni nazione del mondo: ricchi, imprenditori, politici navigati, media vicini al potere. In tutto questo, il popolo dove sta? Sta dalla parte di chi è più simile a loro, di chi dice le cose che vuole sentirsi dire, anche se sono senza senso e senza possibilità di realizzazione. E’ finita un’epoca, nessuno oggi ascolta più con idolatria le vecchie caste di potere. La vittoria del populismo, da Trump in poi, sta tutta qui, nel non avere capito dove stava andando la società. La risposta della sinistra americana non sta nel volto di Alexandria, nelle sue idee e nelle sue proposte, perché sono le stesse lanciate dal vecchio Sanders due anni fa. La risposta sta nel fatto di averle dato la possibilità di competere da protagonista. Alexandria e le decine di volti nuovi della sinistra americana si sono presi i posti che i notabili non avrebbero mai ceduto loro. E’ vero, il sistema delle primarie aiuta a bypassare le segreterie polverose dei partiti. Ma oggi che questi sono in crisi, bisogna occupare lo spazio fisico che stanno lasciando con idee e proposte vicine alle persone, ai loro bisogni e alle loro esigenze. Bisogna lanciare un progetto vero, onesto e concreto cui le famiglie e i giovani possano guardare con speranza e fiducia. Bisogna anche osare, lanciando sogni apparentemente irrealizzabili, ma se si ha paura di farlo la si darebbe vinta al popolo dell’odio e, peggio, alla casta dei dinosauri che non si arrende alle apparenze e vive in una dimensione parallela. Serve solo coraggio, sfrontatezza, determinazione, e niente sarà impossibile.