Se non vai a vederlo con i tuoi occhi non puoi ritenerlo possibile. Avevo sempre seguito con ammirazione le sorti del Giffoni Film Festival, un esperimento lungo 48 anni capace di portare un piccolo paesino della provincia di Salerno alla ribalta del cinema mondiale con un tema centrale di nicchia: il cinema per ragazzi. Non ero mai riuscito ad andarci, così, quando abbiamo ricevuto l’invito (seguito del nostro invito al Dieciminuti Film Festival dello scorso marzo, dove nacque una buona amicizia), non potevamo lasciarci scappare l’occasione. Quando siamo arrivati al paese da Salerno ho avuto subito un contraccolpo. Qui non usano le strutture del paese, non si arrangiano, qui le strutture le hanno costruite loro, un intero quartiere fatto da una sala principale (la Truffaut, giustamente dedicata al primo grande regista a credere nel sogno di Claudio Gubitosi, partecipando al festival nel 1982, quando era ancora un embrione rispetto a quello che è oggi), una immensa struttura chiamata Multimedia Valley (che ricorda vagamente, ma in grande, l’ex Cartiera Savoni), e due tensostrutture adibite ad altrettante sale di proiezione. Una piccola cittadella costruita a ridosso del centro, con fondi statali e soprattutto europei, una favola divenuta realtà: un festival che trascina l’economia di un paese, non il contrario, che cosa fantastica! Il resto sono i visi contenti dei tanti bambini (5600 giurati divisi per fasce di età, ognuna identificata da un colore di maglia diverso) che giravano per le sale, si sedevano sul prato, giocavano a volley o urlavano per gli artisti che sfilavano sul water carpet (bellissima variante azzurro mare del red carpet). La parte glam, ossia i carpet, ce la siamo goduta poco per via dei ventilatori che spruzzavano vapore acqueo che terrorizzavano la piccola Zoe (ma visto il caldo erano una benedizione). Poi un giro per il paese, trasformato interamente in una grande sala da intrattenimento, con artisti di strada, musicisti (il Giffoni Music Concept è praticamente un festival nel festival visto il livello degli artisti che suonano ogni sera), e ogni piccolo negozietto che ha un banchetto davanti la vetrina per vendere prodotti al pubblico. I conti sono presto fatti, 5600 giurati accompagnati in massima parte dalle famiglie fanno circa 16000 persone (stima al ribasso) che per 8 giorni passano le giornate in un paese di 10000 persone. Il calore del sud si percepisce ad ogni angolo, manca totalmente la spocchia che si avverte alla Festa del Cinema di Roma o in altri ambienti fighetti, è letteralmente bellissimo starci, e godersi tutto, per quanto risulti difficile viste le migliaia di giurati che giustamente gremiscono le sale per i film che devono votare. Ecco, forse una piccola pecca la devo trovare, da buon rompiscatole. In tutto il turbinio di cose che succedono (ho tralasciato che oltre a registi, attori, musicisti a Giffoni sono transitati i vari De Luca, Di Maio, Fico, Costa e un’altra dozzina di ministri e sottosegretari) forse la cosa che ha meno visibilità è proprio il concorso, gli attori e i registi dei film del concorso, mi sarebbe piaciuto conoscere e scoprire di più su di loro. Ma si sa, la perfezione non può esistere, ci accontentiamo di un grande e bellissimo sogno diventato realtà, avviato da un ragazzetto di 18 anni, nel 1971. Oggi quel ragazzetto sta ancora lì, dirige e coordina tutto, è un maestro vero, uno che ti può indicare la strada per trasformare i tuoi sogni in realtà. Dal prossimo anno, oltre a tornarci noi, cercheremo di portare a Giffoni anche altri piccoli della nostra provincia. Perché le radici, quando attecchiscono nel terreno giusto, danno vita ad alberi meravigliosi.