Visti a Venezia: The Ballad of Buster Scruggs

The ballad of Buster Scruggs è un’antologia western che rompe l’incanto dell’epopea hollywoodiana per eccellenza con l’humour nero dei Coen Brothers. Prodotto da Netflix ed ideato per una fruizione episodica, sei in totale, decostruisce il genere classico americano per antonomasia catapultando cowboy e diligenze nel presente. Le battute potenti che scatenano fragorose risate alla proiezione in Sala Grande a Venezia ‘75 (con la presenza dei registi e parte del cast), lasciano il passo a racconti più amari, come quello del freak show del ragazzo senza braccia ne gambe, interpretata dal bravissimo Liam Neeson. Tutti gli archetipi sono portati in scena, intrepidi cowboys che duellano, la rapina in banca, la caccia all’oro, la diligenza, gli attacchi violenti degli indiani. Tutto ci appare nuovo però, attraverso la poetica dei Coen, quel grottesco che contraddistingue il loro cinema. Come gli stessi autori hanno affermato: “Ci sono sempre piaciuti i film antologici, in particolare i film girati in Italia negli anni Sessanta, che mettevano insieme opere di diversi registi incentrate su uno stesso tema. Nello scrivere un’antologia di storie western, abbiamo tentato di fare la stessa cosa, sperando di ingaggiare i migliori registi attualmente in circolazione. È stata una grande fortuna che entrambi abbiano accettato di partecipare”.

Roberta Fiaschetti

Visti a Venezia: Roma di A. Cuarón

In concorso a Venezia 75 il commovente Roma di Alfonso Cuarón targato Netflix è un film-ritratto dell’ infanzia del regista. 1971, in bianco e nero, nel quartiere omonimo di Città del Messico girato con lunghi piani sequenza. La casa ricostruita con minuzia dei particolari è teatro della toccante storia di due donne rimaste sole. E quella della famiglia, o di ciò che ne rimane, con quattro ragazzini che giocano a sparare e a fare gli astronauti. La narrazione è affidata alla figura di Cleo (la formidabile Yalitza Aparicio) giovane domestica lasciata sola a portare avanti una gravidanza non voluta. La storia di Cleo si sviluppa in parallelo con quella della signora Sofia (Marina de Tavira) abbandonata dal marito traditore il Dott Antonio (Fernando Grediaga). Le due donne portano avanti le loro vite con grande forza, tra incursioni storiche come quella della violenta repressione nel 1971, di una protesta studentesca, e scene apertamente felliniane o tratte da film formativi per il regista come “Abbandonati nello spazio” di John Sturges. Roma ci fa peregrinare tra le mura di una casa, tra gli spari di una rivolta, per poi soffermarsi sugli oggetti insignificanti di una quotidianità ormai svanita nel passato.

Roberta Fiaschetti