The Sisters Brothers, di Jacques Audiard, in concorso a Venezia75. Di nuovo un western, dopo i 6 episodi di The Ballad of Buster Scruggs dei Coen. Il racconto di frontiera viene reintegrato (dopo la celebrazione di The Hateful Eight di Tarantino, certamente). Stavolta si tratta di un western di viaggio, girato da un autore francese. I due cowboy killer, i fratelli Eli (John C. Reilly) e Charlie Sisters (Joaquin Phoenix) sono al soldo del Commodoro. Sono due killer dal sangue freddo ma si beccano come due fratellini dodicenni. Charlie è lo scapestrato con manie di potere che beve whiskey fino a svenire, Eli, il più assennato, gira con uno scialle rosso che annusa romanticamente prima di dormire, è stanco di fare quella vita e acquista un primordiale spazzolino da denti e dentifricio con tanto di istruzioni per l’uso. Danno la caccia ad un’altra coppia, quella formata dal detective (Jake Gillenhall) che cita Thoreau e il chimico utopista che sogna una civiltà egualitaria a Dallas (Riz Ahmed) e ama la scienza. Interesse che lo ha portato a scoprire la formula di una sostanza che, disciolta nell’acqua, fa brillare le agognate pepite d’oro.
La corsa all’oro sconvolge le identità dei protagonisti, il loro precario equilibrio crolla con la punizione che arriva feroce e puntuale. E alla fine non resta che tornare a quello che erano, “reinfetarsi”in un bagno caldo o in un letto appena rifatto. Audiard, si basa sul romanzo di Patrick Dewitt, ma con un tono umoristico formidabile. Scene spassose si alternano a scontri a fuoco cruenti, la battuta si nasconde potenzialmente in ogni scena. Con una magnifica colonna sonora, The Sisters Brothers è un film sull’amore fraterno e sui sogni che siano di utopie irrealizzabili o di reale semplicità.
Roberta Fiaschetti